Dimensione del problema
Il fumo rappresenta la prima causa evitabile di morte nei paesi occidentali così come annunciato da tempo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In Italia sono circa 84 mila i decessi/anno attribuibili al fumo, fattore di rischio accertato per 25 diverse malattie, soprattutto tumori, malattie cardiovascolari e polmonari.
La lotta al tabagismo necessita interventi a vari livelli, preventivi di contrasto alla iniziazione attraverso il potenziamento dell'autostima e la capacità di resistere alle pressioni esterne di prendere decisioni positive rispetto per la salute, e interventi di limitazione del danno attraverso la disassuefazione.
Accanto a questi interventi sanitari vengono attuate azioni di vigilanza e controllo e azioni di carattere economico commerciali (tassazione e lotta al contrabbando, divieto di vendita ai minori, divieto di pubblicità etc.)
Nel 2006 è stato avviato in Italia un sistema di sorveglianza denominato "Passi" (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), con l'obiettivo di monitorare lo stato di salute della popolazione adulta italiana attraverso la raccolta di informazioni sugli stili di vita e fattori di rischi delle malattie croniche non trasmissibili.
Le indagini campionarie raccolgono informazioni dalla popolazione italiana adulta, 18-69 anni aggiornate di continuo e divulgate oltre sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità e sui siti delle Aziende Sanitarie.
Tra i temi indagati c'è l'abitudine al fumo.
Secondo i dati 2007-10 del sistema di sorveglianza PASSI, nella ASL Roma 3 il 34% degli adulti 18-69 anni fuma sigarette (31% nella Regione Lazio). Il 18% è invece ex fumatore e il 49% non ha mai fumato.
L'abitudine al fumo è ugualmente diffusa negli uomini e nelle donne (rispettivamente 33,7% e 33,4%), è più diffusa nei 25-34enni (39,7%), nelle persone con una scolarità media-inferiore (45,5%) e in quelle con molte difficoltà economiche riferite (42,6%).
Il numero di sigarette fumate in media al giorno è pari a 14,4.
Tra i fumatori, il 9,8% è un forte fumatore (più di un pacchetto di sigarette al giorno).
Gli effetti biologici del fumo
Nel fumo di sigaretta sono presenti tra le 4000 e le 5000 sostanze chimiche differenti.

Tra queste:
- Il Monossido di Carbonio(CO) è un gas inodore ed insapore che compete con l'ossigeno, perché ha un'affinità di circa 200 volte superiore nel fissare l'Emoglobina (Hb) dei globuli rossi costituendo la Carbossiemoglobina (COHb). È rilevabile nell'aria espirata dopo aver fumato l'ultima sigaretta con valori fino a circa 9-10 maggiori di quelli basali,
- Il catrame, costituito da una miscela complessa di idrorcarburi aromatici, sostanze altamente cancerogene
- La Nicotina, responsabile della dipendenza dal fumo di tabacco.
Viene metabolizzata principalmente a livello epatico (80-90%) ed in piccola parte a carico dei reni e trasformata in cotinina che viene eliminata prevalentemente per via urinaria.
Ogni sigaretta può contenere fino a 8-9 mg di nicotina, con un assorbimento sistemico di circa 1 mg, variabile anche fino a tre volte a seconda delle modalità di aspirazione.
I danni del fumo
Il fumo di tabacco è correlato a malattie croniche degenerative e oncologiche di vari organi e apparati: l'apparato broncopolmonare e quello cardiovascolare sono i più bersagliati. I danni causati all'apparato vascolare sono responsabili di accidenti cerebrali (stroke), aneurismi.
Altre conseguenze negative sulla salute sono rappresentate da sterilità disfunzioni sessuali (soprattutto nell'uomo) invecchiamento della pelle, aumentata incidenza di demenza, patologie del cavo orale e parodontopatie, effetti nocivi sulla gravidanza e sul prodotto del concepimento.
Il fumo aumenta il rischio di cancro: della vescica, del fegato, della laringe, dell'esofago, del pancreas, della mammella e della cervice uterina. Il fumo è inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione di un precoce danno renale diabetico (albuminuria) e per il peggioramento della retinopatia nei giovani soggetti diabetici.
La gravità dei danni fisici dovuti all'esposizione (anche passiva) al fumo di tabacco, è direttamente proporzionale all'entità complessiva del suo abuso ma è anche correlata a caratteristiche proprie del soggetto.
Perchè e difficile smettere di fumare?
Il maggior limite nello smettere di fumare è legato alla presenza della nicotina nelle sigarette, che è responsabile della dipendenza fisica e psichica.

In assenza della quale si manifesta una vera e propria sindrome di astinenza caratterizzata da:
- desiderio irresistibile di accendere una sigaretta
- irrequietezza
- irritabilità
- aumento dell'appetito e del peso corporeo
- depressione
- insonnia
- difficoltà a concentrarsi
È possibile valutare la dipendenza da nicotina effettuando il Test di Fagerström.
CENTRI ANTIFUMO NEL TERRITORIO DELLA ASL ROMA 3